Corna Mara 2807mt - 03/09/2011
La salita alla Corna Mara (o Corno di Mara)
non presenta
particolari difficoltà tecniche, unico punto dove prestare particolare
attenzione,
soprattutto in presenza di erba bagnata o neve è la parte
finale di cresta.
La corna Mara fa parte della storia delle prime ascensioni in Valtellina
(era una delle cime più frequentate dai sondriesi, fra Ottocento
e Novecento)
Cima molto interessante anche dal punto di vista panoramico,
anche se in questo sabato di settembre le nuvole hanno nascosto
gran parte dello splendido panorama.
Appuntamento alle 7.30 a Sondrio,
oggi con me e Aidin ci sono Max, Loredana, Valentina
e un collega di max con la moglie.
Dopo una veloce colazione partiamo in direzione di Montagna,
da qui saliamo lungo una strada in parte sterrata fino all'alpe Mara (1749mt)
Lasciata la macchina vicino all'alpeggio
torniamo indietro di pochi passi e prendiamo la strada forestale
che sale verso sinistra.
Dopo un primo tornante incontriamo un prato
su cui si intravede un sentiero che punta verso la nostra meta
decidiamo di seguirlo ed evitiamo così un lungo traverso su strada.
Alle nostre spalle si intravede la Valtellina
Raggiunto un'alpeggio appare davanti a noi
parte della cresta che dovremo salire per arrivare in vetta,
da qui sembra molto più impervia di quello che poi sarà
realmente.
incrociamo nuovamente la strada
che seguiamo fino ai 2137 metri del rifugio Gugiatti Sertorelli.
che intravediamo tutto solo in un grande
prato,
alle sue spalle i Corni Bruciati, per ora ancora liberi dalle nubi
All'improvviso vediamo volare sopra di noi
una coppia di rapaci,
sono bellissimi, restiamo per un pò ad osservare e invidiare
la loro libertà e il loro volo
Poco prima del rifugio seguiamo una deviazione
che, procedendo verso destra,
attraversa la Piana dei Cavalli
e sale in breve a un'ampia sella pratosa.
Già da qui la vista spazierebbe su numerose montagne,
se non ci fossero le nubi si vedrebbero Disgrazia e Corni Bruciati
e in primo piano il monte Palino.
Lascio Aidin a far compagnia alle altre
donne
che si fermano qui. La salita per Valentina
che ha solo 6 anni è troppo lunga e mi hanno detto
che la cima non è adatta ad Aidin.
in tre riprendiamo la salita
dopo un primo dosso percorriamo un lungo
traverso e
prendiamo quota velocemente
Alle nostre spalle le orobie iniziano già
ad essere avvolte dalle nubi.
e anche qui a tratti siamo nella nebbia
totale,
fortunatamente qui le nubbi corrono veloci
e i momenti di "nulla" si alternano ad ampie schiarite.
Procediamo quindi in tranquillità,
ed ecco che dopo un'altro breve dosso appare la croce di vetta.
Da qui sembra vicinissima, ma è solo un'illusione ottica
Svoltato l'angolo infatti appare questa
valle
e scompaiono i segni...
dopo qualche attimo di perplessità scoviamo dei radi
simboli rossi (a forma di riga) che dovrebbero indicare la via.
capiamo che la riga in verticale vuol dire salita e in orizzontale
di proseguire in piano... mah... chissà chi se li è inventati.
Da qui bisogna spostarsi sul lato sinistro
della valle
e dopo essere saliti "dritto per dritto" sui prati
(prestare moltissima attenzione da questa valle in poi
in caso di erba bagnata, NON esiste sentiero)
procediamo verso la cima
La vetta è davanti a noi e a tratti
compare
anche una traccia di sentiero,
proseguiamo fiduciosi, ormai manca poco
e non vogliamo certo rinunciare
Ai nostri piedi la Valtellina sembra piccolissima
la traccia prosegue in ripida salita per
pochi metri ed
eccoci finalmente alle famose roccette finali.
Qui occorre osservare attentamente dove passare,
i rari segnali percorrono le rocce in piano
per poi risalire verso una piccola sella
da cui si gode uno splendido panorama.
Intravediamo i Palù, il Bernina e
tutta la sua catena,
il Disgrazia (beh lui lo possiamo solo immaginare dietro alle nubi)
e ai nostri piedi la val di Togno
e il Pizzo Scalino
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