|     Sentiero Glaceologico Luigi Marson - 05/07/2015   La  voglia di panorami e di “conquiste” ci porta a scegliere quasi sempre, come  meta, la cima di una montagna
 ignorando così angoli nascosti e meno famosi,
 ma a  volte il fisico che non ha voglia di carburare
 ci da una mano e ci fa ricordare  che la montagna è fatta anche di storia,
 di cultura e di "scorrere del tempo"
 Questo sentiero è stato realizzato dal Servizio Glaciologico Lombardo per permettere a tutti noi di osservare da più vicino
 il ghiacciao del Felleria
 che purtroppo sta subendo un  lento e inesorabile ritiro.
 E' dedicato a Luigi Marson,
 studioso vissuto a cavallo tra '800 e '900,
 membro della Società Geografica Italiana
 e tra i primi ad eseguire osservazioni a scopo scientifico sui ghiacciai della Valmalenco.
 Per  raggiungerlo occorre arrivare fino alla diga di Alpe Gera dove lasciamo la macchina.Risalito  e attraversato il muro della diga
 raggiungiamo, con un sentiero panoramico e  senza grossi strappi, il rifugio bignami.
 Già da qui si percepisce l’imponenza  del fronte del Ghiaccio di Felleria
 che purtroppo  “piange” con grandi cascate.
 Per  chi non ha voglia o non può camminare a lungoo vuole solo raggiungere un  rifugio dove farsi una bella mangiata
 consiglio di arrivare fin qui, dove si  mangia benissimo
 e la vista è appagata da uno splendido panorama.
 Lasciato  il rifugio proseguiamo seguendo il sentiero segnato con i bolli dell’alta via,  passiamo l’Alpe di Felleria dove prenotiamo dell’ottimo formaggio di capra
 e  raggiungiamo il ponte sul torrente
 proseguendo in direzione delle Bocchette di  Caspoggio e
 del Rifugio Marinelli.
 
  
 Abbandoniamo presto questa traccia per seguire i bolli azzurri
 che segnalano il sentiero Luigi Marson.
 Decidiamo  di salire seguendo il sentiero A (alto)che passa sopra a un’evidente balza  rocciosa.
 Man mano che si sale la vista si apre sempre più sul Ghiacciaio di Felleria
 
  
 risaliamo la morena fino a raggiungere il Lago Fasso (o Laghetto del curnasc)
  
 ci accompagnano Zupò e Argient
 
 non tornavo a questo lago da ben 25 anni, un’intera vita !!  il lago è ancora identico 
      e mi faccio fare una foto
 più o meno nello stesso  posto di tanti anni fa…
 il ghiacciaio invece…. È tristemente sparito,
 ora è  lassù irraggiungibile e aggrappato alle rocce…
 
 
 Zupò e Argient e quel che resta di questa parte del ghiacciaio del Felleria... quest'anno il caldo
 lo sta letteralmente consumando
 
 il Lago Fasso dall'alto  
 Ritorniamo  sui nostri passi e prendiamo il bivio che scende verso il sentiero B (basso) 
 superiamo  i due ponti e andiamo a toglierci una curiosità…  
 … sono un paio d’anni infatti che vorrei andare a vedere il  lagoche c’è ai piedi della vedretta di Felleria e della cima Fontana.
 Dopo il secondo ponte si sale su pietre e sfasciumi
 seguendo gli ometti per  circa 100 mt di dislivello,
 da qui la traccia piega a destra mantenendosi sul bordo estremo del pianoro…
 ma  questo lo scopriremo solo tornando indietro…
 
 continuano a cadere seracchi di varie dimensionie ogni volta il boato ti fa trasalire
 
 un primo piano al Pizzo Scalino non può mancare 
 Scendiamo  verso un primo lago e girovaghiamo in un terreno lunare. 
 
  Da dove siamo la  scelta migliore per arrivare al lagosembra passare sulla vedretta del ghiacciaio,
 la roccia intorno è infatti molto ripida e ricoperta di sassolini.
 Inizialmente lo spessore del ghiaccio sembra  poco,
 ma in breve ci accorgiamo che vicino alla roccia non si può passare,
 sotto al primo strato è completamente vuoto
 ci  portiamo quindi un pò più in su e, con estrema attenzione, attraversiamo la  vedretta fino al lago.
 Quella  che pensavo essere una lingua di ghiacciaio morta è in alcuni punti ancora  bella spessa,
 si aprono crepi altissimi sul cui fondo scorre un vero e proprio  torrente...
 e spesso quel fondo neanche si vede da quanto sono profondi !
 
 si  passa senza una linea precisa evitando i crepacci più ampi e i ponti di neve,
 raggiungiamo così il bordo del lago e sembra di essere nelle terre del nord.
 
 Da qui la vista sul fronte del ghiacciaio è impressionante,  le cascate che scendono sono enormi e ti fanno capire quanto stiano soffrendo i  ghiacciai.
 
 profonde ferite ricoprono la base della vedretta 
 Restiamo qui ancora un po’ e il sole se ne va, in due minuti  pare di essere in un frigorifero !! 
 Ritorniamo sui nostri passi riattraversando il ghiacciaiosempre con grande cautela,
 ancora un'ultimo scatto al protagonista della giornata
  
 Ritorniamo al rifugio seguendo il sentiero B,
 scende qualche goccia di pioggia
 e si è alzato un bel venticello, ma il temporale
 non arriverà fino a che saremo alla macchina.
  Raggiunto il Rifugio Bignamici sono due alternative per la discesa:
 rifare  lo stesso sentiero dell’andata
 oppure percorrere il giro del lago passando  dall’alpe gembrè.
 
 Noi scegliamo la prima
 visto che Anouk ci  aspetta a casa,
 per il giro del lago bisogna calcolare circa due ore e mezza a  seconda del proprio passo
 e delle soste fotografiche.
 Il giro passa infatti in uno splendido anfiteatro
 sotto a delle bellissime cascate, poi attraversa l'Alpe Gembrè dove
 Eulalia vende del buonissimo formaggio,
 costeggia tutto il lago e risale all'Alpe Poschiavina..
 spunti per "perdere tempo fotografando" ce ne sono veramente tantissimi.
 Girovagando qua e la abbiamo fatto circa 1000 mt di dislivello,il solo sentiero glaceolocigo (senza arrivare all'ultimo lago)
 è di circa 5 km.
  
 Camminando
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